Privacy Policy

Avrai sentito parlare di Cerchi di Parola o, oggi più diffusi, cerchi di Donne, e magari ti chiedi cosa sono e in cosa si differenziano da altri incontri. Magari la dicitura ti affascina richiamandoti qualcosa di antico, primordiale, magico. Vorresti prendervi parte ma non sai cosa ti aspetta: qui te lo racconto, e poi aspetto di sedermi in cerchio con te!

CERCHI DI DONNE, UOMINI, DI CONDIVISIOME E ALTRI CERCHI

Un cerchio può essere tante cose a seconda delle intenzioni di chi lo crea: cechio di donne, uomini o misto, cerchio per svolgere attività manuali o corporee, per scambiarsi esperienze, racconti, storie. Quando ci si dispone in cerchio prevale l’intento della condivisione, rispetto ad esempio alla disposizione frontale maestro/discepoli.

Per questo anche nel caso di attività pratiche, ci sarà comunque uno spazio per il confronto dell’esperienza che rappresenta il punto focale dell’incontro: il cerchio di condivisione.

Oltre alla disposizione, la condivisione è favorita e garantita da altre accortezze: la creazione di uno spazio e un tempo definiti, la definizione di un tema o proposito dell’incontro, e il rispetto di alcune regole fondamentali, esplicitate e unanimemente accettate. L’alchimia tra queste condizioni fa sì che ciascuna di senta allo stesso tempo libera e contenuta, e possa affidarsi all’alchimia dello stare insieme in profondità.

Approfondiamo un po’.

LO SPAZIO

Anche se è possibile tenere un cerchio ovunque, dal prato al proprio salotto di casa, è importante sgombrare lo spazio da disordine e cianfrusaglie, creare un centro e un’atmosfera accogliente e funzionale all’intento del ritrovo.

E’ il processo di creare lo spazio affinché le cose si manifestino: circondarsi da un contenitore di vuoto, armonia e bellezza sarà come un invito a risvegliare le stesse qualità in noi e e nelle partecipanti.

Una pulizia fisica ed energetica e centratura di chi accoglie, la persona e il luogo, favoriscono il sintonizzarsi delle donne accolte nella alla stessa frequenza.

Questo accade anche nella vita quotidiana se ci facciamo caso: quando ad esempio andiamo a trovare un’amica tutta sottosopra e nella confusione, oppure la stessa ci accoglie tranquilla con una tisana pronta e una candela accesa. Oppure quando noi stesse facciamo ordine in casa o tra le nostre cose per rimettere un po’ a posto le idee.

Ti è capitato di trovarti a sistemare e fare pulizie strane nei giorni premestruali? Prova a farci caso: sicuramente sì!

IL TEMPO

Il tempo è per tutte prezioso, soprattutto in questo mondo lineare in cui viviamo, dove il vivere ciclicamente è stato spazzato via da una corsa all’infinito di un impegno dopo l’altro ed è difficile trovare spazi veri di quiete e tranquillità. Il cerchio può essere uno di questi.

Una volta sedute, avere dei confini di tempo, un inizio e una fine, permette a ciascuna di godersi il momento e mettere in pausa, seppur brevemente, tutto ciò che è fuori.

Io trovo sia importante darsi il permesso, personale e collettivo, magari esplicitandolo insieme, di essere qui e ora: lasciare ciò che è venuto prima e affidare al dopo ciò che verrà poi.

Questo permette che il presente, l’unico tempo che viviamo veramente, diventi rigenerante e nutriente in profondità, poiché vissuto pienamente, al meglio delle proprie possibilità. Ricordare a tutte la preziosità del tempo che si condivide, e pertanto è di tutte, permette anche di focalizzare i propri interventi su ciò che è veramente rilevante. Potrà essere tuttavia buona prassi per chi conduce riportare a questa consapevolezza se qualcuna divaga eccessivamente, ha tendenze al protagonismo o se si è in molte, in maniera che a ciascuna sia assicurato uno spazio adeguato. Ho partecipato a alcuni cerchi in cui la tendenza a continuare all’infinito non veniva contenuta: il risultato spesso è stato di terminare svuotate anziché energizzate.

LE REGOLE CONDIVISE

Le regole sono fondamentali nel fare la differenza con una chiacchiera quotidiana in cui quasi mai avviene un vero ascolto.

Osservandoci parlare in contesti informali, si può notare come i discorsi si accavallano, le pause sono pressoché assenti e ciascuno è più concentrato sul dire la propria, riportare esperienze personali e ricondurre il tutto al proprio modo di pensare e alla propria ragione. Anziché offrire veramente la sua totale attenzione a chi ha di fronte, ascoltando e permettendo alla persona di sentirsi vista.

Per ovviare a questo e sostenere l’espressione libera e profonda di ciascuna e il rispetto di tutte il cerchio allena a: ascolto, riservatezza, non giudizio, amorevolezza.

Vediamole insieme.

ASCOLTO: semplicemente “una parla e le altre ascoltano”, una alla volta, senza interventi, commenti, domande di precisazione o chiarimenti o qualsiasi cosa che passa per la testa a chi ascolta sviando chi parla dalla comunicazione genuina del proprio sentire. A chi parla è richiesto di usare sempre la prima persona, condividendo il suo sentire del momento anziché gli eventi esterni o le opinioni generalizzate. Rispettare e testimoniare il naturale snodarsi dell’interiorità di ciascuna significa dare il permesso alle pause di esistere, alle parole di essere scelte e trovate, ai silenzi di risuonare in tutta la loro potenza.

Non è raro incontrare nei cerchi la pratica del bastone della parola o simili: una tradizione nativa americana per cui chi ha il bastone detiene il diritto di parola, finché non lo passa sancendo così la fine del suo contributo e offrendolo a chi segue.

Se il bastone vi sembra troppo mascolino potete creare voi un oggetto dedicato: io ho creato una donnina d’argilla (nella FOTO) che cerchio dopo cerchio diventa sempre più magica, caricata dalle parole del cuore di tutte le donne che l’hanno tenuta per trovare la propria voce e verità.

Nel momento del passaggio tra una parlante e la successiva ci può essere un tempo di silenzio e assimilazione del contributo condiviso, solitamente avviene in maniera spontanea e proporzionata all’intensità di ciò che è stato offerto.

RISERVATEZZA: significa che quello che viene donato al cerchio in forma di storie personali e condivisioni rimane nel cerchio.

Non si spettegola all’esterno riportando le storie delle altre, ma si può riportare quello che hanno mosso dentro di noi senza raccontarne i protagonisti, le vicende o i particolari. Questo permette a tutte di condividere in profondità nella garanzia di rispetto reciproco. Spesso i racconti offerti nei cerchi sono esplicitati o condivisi per la prima volta, e non è raro che nella circolarità che si crea si avverta una protezione che permette di mostrarsi più in profondità di ciò che si è solite fare.

NON GIUDIZIO: si applica sia nei confronti delle altre componenti del cerchio, rispettando la loro libertà di scelta e autodeterminazione, evitando consigli o pareri. Si applica anche e soprattutto verso sé stesse, dandosi il permesso di esprimere liberamente le proprie emozioni e i propri pensieri e di riconoscere il proprio individuale cammino, con inciampi e e accelerate.

Rielaborare la propria storia per offrirla al cerchio e ascoltarsi raccontarla a voce alta è un’esperienza molto potente, assolutamente da provare!

Il cerchio è una palestra per imparare ad accoglierti ed ascoltarti: non sarà sempre bello quello che sentirai, ma sarà sicuramente vero, e potrai senza dubbio prendertene cura, e sistemarlo. Questa possibilità è profondamente trasformativa: raccontarsi a voce alta sostiene nel crescere in autorità personale e sentirsi autrici del proprio destino.

AMOREVOLEZZA: donata o ricevuta, nei confronti di tutte e di ciascuna, in un mondo i cui la fretta, gli interessi personali e la distanza vanno per la maggiore, è profondamente curativo.

Non essendo un luogo di terapia o di mutuo soccorso è richiesto che ciascuna prenda responsabilità dei propri bisogni, condividendoli con il cerchio, ricevendo supporto se è possibile o prendendo consapevolezza del bisogno di un ulteriore aiuto più mirato. Avere a cuore la buona convivenza e l’armoniosa riuscita dell’esperienza significa anche lasciare che ognuna viva quello che ha bisogno di attraversare senza cercare di dirigere in alcun modo la sua esperienza verso ciò che è giusto o comodo per noi. Significa quindi essere disponibili e attente nei confronti una dell’altra, ma anche evitare gesti che possano influenzare o dirigere l’esperienza altrui, restando il più possibile semplici testimoni. Il caso più evidente è quando, di fronte alla comparsa di emozioni come lacrime o singhiozzi, anziché lasciare che l’emozione si manifesti e scorra, c’è una tendenza generale ad abbracciare o accudire la persona, bloccando o riducendo così, anche involontariamente, la possibilità che l’emozione faccia il suo corso.

Lasciare spazio alle emozioni altrui permette di aprire una via anche alle proprie: spesso il dolore che cerchiamo di contenere è quello che noi stesse non ci permettiamo di vivere. Quando qualcuna dà spazio alle proprie lacrime, lo fa per tutto il cerchio e soprattutto per chi non è ancora in grado di versarle-ma prima o poi succederà!

QUAL’ E’ IL CERCHIO PER TE

Cosa viene trattato, discusso, condiviso o creato in un cerchio dipende dall’intenzione di chi lo chiama in vita. Ci sono cerchi sui temi più disparati: di crescita, di ispirazione, di celebrazione, cerchi solo per stare insieme, cerchi per creare qualcosa con le mani…

Ci sono cerchi di soli uomini, misti o di sole donne. Io ho ha cuore un tipo particolare di cerchio di donne, incentrato sulle nostre storie di donne e sul ridare valore alla ciclicità femminile: così nasce la TENDA ROSSA a Pescantina.